La vicenda risale al 16 e al 17 dicembre 2013. Come riporta il quotidiano online Parma Today, due automezzi carichi di rifiuti non avrebbero superato il controllo dei valori di radioattività in quanto superiori al limite consentito. Il portale di verifica della radioattività all’accesso dell’area del (contestatissimo) inceneritore di Parma ha rilevato un risultato positivo al controllo radiometrico dei rifiuti in ingresso.
Uno dei camion apparteneva ad Iren (una grossa società che
opera nel settore della distribuzione del gas metano, della raccolta rifiuti e
dell'igiene ambientale e coordina l'attività delle società territoriali
dell'Emilia Romagna per la gestione operativa del ciclo idrico integrato, delle
reti elettriche e del teleriscaldamento) l’altro alla San Germano spa, che ha
vinto l’appalto Iren per la raccolta dei rifiuti dai cassonetti.
Successivamente l'Arpa informava che l’allarme era scattato solo a causa di un
fazzoletto intriso di isotopi radioattivi, probabilmente gettato da un
paziente in cura per un tumore alla tiroide. Un fazzoletto sarebbe stato
casualmente diviso in due parti e finito in due camion diversi? Non sembra verosimle che in tutta Parma ci sia solo un malato alla tiroide, sottoposto a
cure radioattive. Di solito in un anno sia all’ospedale
Maggiore di Parma, che al S. Maria ci sono minimo un centinaio di persone in
cura per tumori alla tiroide. In teoria i fazzoletti, o altri effetti personali
contaminati, dovrebbero essere molti di più.
Certo che per la San Germano non è un buon momento, visto
che alcuni dei suoi dirigenti, insieme ad alcuni della Manutencoop, sono sotto
processo nel sassarese per turbativa d’asta. Secondo la magistratura inquirente
infatti sembra che andassero personalmente a fare “pressioni” sui sindaci di
vari comuni sardi, per ottenere gli appalti milionari dello smaltimento dei
rifiuti.
La San Germano, pur avendo la sede nel vercellese, è
azionista di Tirrenoambiente, che nel messinese è assai nota per indagini che
attengono al business della discarica di Mazzarrà S. Andrea. La società
partecipata dall’ex comune dei vivai ha a sua volta stretti rapporti con la Gesenu di
Perugia e il potente "re di Malagrotta" Manlio Cerroni di Roma, tutte stranamente in lizza per gli appalti
dei comuni etnei del catanese.
Un po’ come è chiacchieratissima anche la Caruter, srl di
Brolo che ha vinto anch’essa un appalto Iren Ambiente, che le cronache
siciliane descrivono come quella subentrata alla Aimeri per lo smaltimento
rifiuti nei comuni etnei, e che vanta crediti milionari con gli amministratori
locali, dopo aver vinto gli appalti persino al 53% del ribasso, non
stipendiando i suoi dipendenti, e disattendendo spesso l’ impegno preso.
Resta, infine, un inquietante interrogativo scaturito
dall’episodio di Parma: chi nasconde rifiuti radioattivi nei cassonetti urbani?
Da dove provengono quei rifiuti, e quante altre volte mescolati ai rifiuti
urbani, possono essere stati destinati in
discarica?
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