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mercoledì 2 maggio 2012

L'"emergenza" infinita...


Pasqua senza rifiuti per le strade, a seguito dell’ordinanza urgente emessa dal Commissario delegato per l’emergenza rifiuti della Regione, Domenico Michelon. L'intervento sostitutivo, previsto per la durata di 30 giorni è stato esteso a tutti i comuni, tranne Barcellona che aveva già stipulato contratti diretti con la Dusty per la raccolta e il trasporto dei rifiuti e la società mista, proprietaria e gestore, per il conferimento nella discarica di contrada Zuppà.
Quanto è costato l’intervento sostitutivo della Regione?
Oltre 2.309.000 euro per un solo mese.
Le somme corrisposte alla Dusty e alla società mista saranno recuperate - come prevede l'ordinanza - «in danno alla società Ato Me 2 e degli stessi enti locali soci».
Domani, 3 maggio, scade il termine per l’intervento sostitutivo [e Michelon ha già fatto sapere che non ce ne sarà un altro] e se i sindaci non si piegheranno [qualcuno, secondo fonti istituzionali ben informate, si è già piegato] al diktat dei signori dei rifiuti e firmeranno il contratto a tre – sui cui profili di legittimità giuridica più di un segretario comunale e capo area dei comuni interessati nutre forti dubbi -con Ato Me 2 e la società mista, potrebbe profilarsi una nuova “emergenza rifiuti”.
A metterci il carrico da undici le legittime spettanze dei lavoratori impegnati nella raccolta dei rifiuti solidi urbani che finora hanno espletato, pur senza stipendio, il servizio. Secondo il commissario liquidatore del carrozzone Ato, infatti, non sarà possibile, allo stato, nessuna soluzione concreta per l'espletamento del servizio e la corresponsione dei salari arretrati, se non con la prosecuzione, anche oltre il 3 maggio 2012, dell'intervento sostitutivo del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti.
A dire il vero, da un bel po’ di anni a questa parte queste situazioni di “emergenza” si rincorrono un po’ troppo spesso e un po’ troppo frequentemente, tanto da chiedersi se non ci sia dietro una regia occulta o una «disfunzione organizzata», come l’ha definita la Commissione Pecorella sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Organizzata a vantaggio di chi?
Proviamo a capirci qualcosa andando a leggere alcuni punti salienti del contratto tipo [io aggiungerei anche l’aggettivo capestro] sottoposto ai comuni già nel 2011.
«[…] Per il servizio oggetto del presente contratto è dovuta la tariffa pari a /t 81.93, al netto di IVA, stabilita dalla competente autorità amministrativa […].
Il corrispettivo dovrà essere versato dall’Ato Me 2 s.p.a. interamente e non oltre 30 giorni dalla ricezione della fattura con le modalità di pagamento che saranno ivi indicate. Il mancato rispetto del termine di pagamento di cui sopra, comporterà l’applicazione degli interessi di mora al tasso previsto dal Decreto Legislativo 9 ottobre 2002 n. 231, vigente tempo per tempo, calcolato sull’importo lordo della fattura non corrisposta.
[…] Ai sensi dell’art. 21 comma 17 L.R. n. 19/05, il Comune assume l’obbligo di intervenire sussidiariamente in caso di mancato pagamento del corrispettivo da parte dell’ATO entro 30 giorni dal ricevimento della fattura, (comprensiva della quota parte appartenente alla Provincia Regionale di Messina), emessa sulla base della quantità di rifiuti effettivamente conferiti in discarica dal Comune, […] L’intervento sussidiario sarà esercitato dal Comune , su comunicazione [da parte della società mista] di inadempimento da parte dell’ATO, mediante il pagamento del saldo integrale della fattura, più eventuali interessi che il comune computerà a carico dell’ ATO, direttamente da parte del Comune in favore di [società mista].
[…] nel caso in cui non sia avvenuto il pagamento integrale della relativa fattura entro 30 giorni dalla
sua ricezione ed esaurite le procedure di cui al precedente art.3, esonera Tirrenoambiente dall’assicurare il servizio anche ai sensi dell’art. 1460 del Codice Civile.
A tal fine, le parti stabiliscono sin d’ora che il limite massimo di affidamento consentito per il Comune è pari ad 100.000,00. pertanto qualora l’importo del debito […] superi tale limite, [la società mista], senza alcun ulteriore avviso o diffida, è autorizzato sin d’ora a sospendere il servizio e tale facoltà potrà comunque esercitare sino a quando il suo credito non venga soddisfatto.[…]»
Conferire i rifiuti in discarica, oltre che controproducente per l’ambiente e le tasche dei cittadini e i bilanci comunali [100 euro a tonnellata circa], è soprattutto uno spreco di preziosissime risorse che vanno perdute per l’esclusivo tornaconto dei pochissimi che lucrano sulla gestione dei rifiuti.
Una follia non più sostenibile!
Un buon amministratore non penserebbe mai di buttare energia e materie prime che ha a disposizione e contemporaneamente acquistarle dal mercato.
E invece si considerano i rifiuti alla stregua delle altre risorse naturali: un bene da sfruttare puntando soltanto al massimo profitto subito.
In questo caso si ha un perfetto esempio di riciclaggio integrale: prima si sfruttano le risorse naturali, poi i loro prodotti.
Dal punto di vista tecnico, il problema rifiuti si può affrontare agendo in parallelo su vari fronti:
- minore quantità di scarti, modificando le produzioni industriali
- raccolta differenziata
- riutilizzo integrale delle frazioni differenziate
ma soprattutto considerando il rifiuto una risorsa.
Consideriamo soltanto i rifiuti domestici, di cui tutti abbiamo diretta conoscenza: ogni giorno una famiglia ne produce circa 5 kg. Nei nostri sacchetti mettiamo carta, cartone, plastiche varie, metalli (soprattutto alluminio), vetro e sostanza organica.

Risorse e non Rifiuti.

Se consideriamo che per produrre la carta abbattiamo alberi, per produrre le plastiche dobbiamo estrarre e raffinare il petrolio, per i metalli dobbiamo aprire miniere-inferno in posti sempre più difficili e spesso in paesi poco democratici, per produrre mangimi per animali coltiviamo grandi aree con vegetali geneticamente modificati, risulterebbe molto più naturale ed economicamente conveniente utilizzare le risorse disponibili localmente e a costo zero: il rifiuto-risorsa.
Nel mondo ci sono situazioni diverse, dal massimo disinteresse al massimo sforzo possibile per il riutilizzo; in effetti circa il 50% della carta e della plastica, il 30% dell’alluminio ed il 40% del ferro si producono, nel mondo, dagli scarti perché è conveniente dal punto di vista energetico. Il restante dobbiamo comunque ottenerlo dai vegetali e dai minerali, con costi ambientali ed umani immaginabili.
Il punto è proprio questo: il costo. Fino a quando l’industria potrà accedere facilmente alle risorse naturali strappandole con la corruzione ai legittimi “proprietari” (i paesi africani, sudamericani ed asiatici dove le risorse sono abbondanti) nessuno investirà in processi e tecnologie che rendano più efficiente o più semplice il riciclo.
E dopo che si saranno esaurite le risorse naturali?

Anno 2072, le attuali discariche di rifiuti solidi urbani, industriali e minerarie saranno le miniere del futuro. La logistica è ideale: ricche, ben conosciute e facilmente coltivabili.

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