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sabato 28 aprile 2012

Ma non avevano detto di avere tutte le carte in regola?


L'argomento che avevo intenzione di trattare oggi, pur sempre legato al tema rifiuti, era di altro genere - e sarà ripreso a breve termine - ma la cronaca ci rincorre e quindi è d'obbligo occuparsi della strettissima attualità.

Chi, qualche settimana fa, ha avuto modo di seguire il programma Zenit, trasmesso dall'emittente locale Antenna del Mediterraneo, in cui si parlava di rifiuti e discarica - mai binomio fu più scellerato - (ospiti in studio il commissario liquidatore dell'Ato Me 2, i sindaci di Brolo, Furnari e Mazzarrà), ricorderà certamente l'arringa difensiva del sindaco dell'ex città dei vivai, nonchè azionista di maggioranza della società mista - proprietaria e gestore della discarica di contrada Zuppà - che, rispondendo alle affermazioni del sindaco di Furnari sul mancato rispetto da parte della suddetta delle norme vigenti in materia - in primis quelle comunitarie che, come ogni studente di diritto impara già al primo anno della Facoltà di Giurisprudenza, prevalgono sulle leggi e regolamenti italiani (si parla perciò di primato del diritto comunitario) - affermava:

«Per quanto riguarda quello che dice l’avvocato Foti che [la discarica, N.d.r.] è in difformità alla normativa vigente perché avete trovato che i Noe volevano sequestrare [la discarica, N.d.r.] perché si conferisce il tal quale, è una grossa fesseria. Non che l’hai detta tu [Foti, N.d.R.], per carità, però dico che non risulta assolutamente a verità perché c’è una deroga al decreto Ronchi.[…]
… si tratta appunto di poter utilizzare un tritovagliatore che permette il conferimento del tal quale. Quindi assurda è la pretesa dei Noe che la volevano chiudere. […] Quindi, da questo punto di vista, stiamo tranquilli che nessuna legge è stata infranta».

Orbene, le notizie riportate stamattina e nelle settimane precedenti dai giornali sembrano smentire le sicurezze declamate in trasmissione.

Andiamo per ordine:

1) La più importante direttiva comunitaria in materia è la 1999/31/CE la quale prevede che i rifiuti devono essere trattati prima di essere collocati in discarica, ovvero non si può conferire l'indifferenziato. Obbligo ormai in vigore dal luglio del 2009.
Secondo le risultanze delle indagini svolte dai carabinieri del Noe di Catania nel 2009, suffragate anche dalle testimonianze del personale dell'Arpa e del dipartimento ambiente della Provincia, nel 2009 in contrada Zuppà sono stati conferiti rifiuti non trattati, non potendosi considerare il semplice tritarli per ridurne il volume, operazione di pre-trattamento così come prevede una deroga gentilmente concessa da una circolare dell'ex ministro dell'ambiente Prestigiacomo (ricordate, la norma comunitaria - fonte primaria - prevale sul regolamento italiano - fonte secondaria).

2) La Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo recentemente ha rinviato a giudizio i vertici della società mista  per i reati di cui all'art. 674 cp (ossia sono accusati di getto pericoloso di gas).
«La discarica di Mazzarrà diffonde miasmi molesti a causa dei rifiuti non trattati e del biogas contenente idrocarburi metanici che non viene adeguatamente captato creando danni soprattutto alla popolazione residente di Furnari».

3) Stamattina, i carabinieri del Noe di Catania, unitariamente al personale del Corpo Forestale della Regione Siciliana - Ispettorato Ripartimentale di Messina, in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Barcellona P.G. nell’ambito di indagini in materia ambientale coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno proceduto al sequestro dell’impianto di produzione di energia elettrica dalla combustione di biogas dell’impresa Osmon S.p.a., sito all’interno della discarica di Contrada Zuppà e gestita dalla società mista.
Le indagini hanno avuto origine da un esposto pervenuto al Corpo Forestale della Regione Siciliana - Ispettorato Ripartimentale di Messina, dai cui accertamenti è emerso che l’impianto in questione, della potenza dichiarata di 7,8 Kw, sarebbe stato realizzato e messo in funzione già dall’anno 2008 senza le necessarie autorizzazioni ambientali, in violazione delle norme esistenti in materia, ovvero senza aver richiesto ed ottenuto l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera derivanti dalla combustione del biogas, nonché senza inviare la comunicazione e i dati relativi al monitoraggio delle emissioni prescritte dalle norme vigenti.
Le predette violazioni sono contestate agli amministratori delle due predette società.

Da evidenziare che le tre vicende sono da considerarsi collegate, in quanto il biogas altro non è che il sottoprodotto della decomposizione del rifiuto indifferenziato conferito in discarica.

Certo che per avere tutte le carte in regola, la società mista,  finisce troppo spesso sotto la lente della magistratura e delle forze dell'ordine. A meno che non si tratti del solito complotto delle toghe rosse di berlusconiana memoria.


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