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venerdì 6 aprile 2012

Esalazioni...


Cha dalla discarica di contrada Zuppà, nel comune di Mazzarrà Sant’Andrea, da oltre un decennio si ripercuotono sul vicino Comune di Furnari esalazioni mefitiche (e mefistofeliche), e Dio solo sa quant’altro, lo sanno anche i sassi.
Nel corso di questi lunghi anni lo hanno denunciato sindaci (più o meno convintamente), comitati (più o meno incisivamente), interrogazioni parlamentari (di parlamentari più o meno validi) e denunce alla magistratura, civile e penale e, last but not least, il libro da me recentemente pubblicato.
Ora, dopo aver salutato positivamente il primo duro colpo inferto dalla magistratura alla mafia della discarica, registriamo un altro importante traguardo: «La discarica di Mazzarrà diffonde miasmi molesti a causa dei rifiuti non trattati e del biogas contenente idrocarburi metanici che non viene adeguatamente captato creando danni soprattutto alla popolazione residente di Furnari».
È questo il significativo risultato a cui è giunta la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha monitorato l’impianto nell’agosto del 2009 e fino al 16 novembre dello stesso anno.
Il sostituto procuratore Giorgio Nicola, ha citato direttamente a giudizio nei confronti dell’amministratore delegato di Tirrenoambiente, Giuseppino Innocenti e dell’ex presidente della stessa società, Sebastiano Giambò (già in carcere in seguito alla condanna in primo grado nel processo Vivaio). Innocenti e Giambò saranno processati nell’udienza del prossimo 17 luglio, perché entrambi accusati di getto pericoloso di gas e di interruzione di servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti solidi urbani nell’agosto del 2009.
Secondo quanto previsto dall’art. 674 del Codice penale, Innocenti, nella qualità di amministratore delegato della società che gestisce la discarica e Giambò, quale presidente dell’epoca della Tirrenoambiente, pur in presenza: «di autorizzazione integrata ambientale, per colpa consistente in imprudenza, negligenza e imperizia omettevano di predisporre o far predisporre sufficienti strumenti per la captazione del biogas prodotto dai rifiuti in putrefazione, effettuando un insufficiente trattamento dei rifiuti solidi biodegradabili, sottoposti a semplice trituratura e così non evitando l’emissione di gas, nella specie - scrive la Procura della Repubblica nella contestazione mossa agli imputati - idrocarburi metanici e non metanici, atti a molestare la popolazione del Comune di Furnari».
Gli episodi contestati all’amministratore delegato e all’ex presidente di Tirrenoambiente, sarebbero stati commessi fino al 16 novembre 2009.
Il decreto di citazione diretta a giudizio, con il quale il magistrato ha rinviato per il prossimo 17 luglio dinanzi al Tribunale di Barcellona i due indagati, indica quale parte danneggiata il Comune di Furnari nella persona del sindaco pro tempore in rappresentanza dei cittadini residenti. Secondo i residenti insopportabili miasmi sprigionati dalla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea li costringono a restare confinati nelle case, specie la sera e al mattino. Lo stesso Comune di Furnari recentemente si è opposto a una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per l’inchiesta su ulteriori presunti reati ambientali imputati ai vertici della società mista nella gestione della discarica dei rifiuti di contrada Zuppà e in cui risultano indagati gli stessi Innocenti, Giambò e l’ingegnere chimico Maria Elena Fierotti, consulente della società. Sul futuro di questa seconda inchiesta per la quale era stato chiesto da carabinieri del Noe il sequestro dell’impianto, deciderà il gip nell’udienza del 14 maggio.

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