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Alluvione 11 dicembre 20018 a Falcone |
È arrivato il turno delle difese
nel corso dell'attività istruttoria del processo originato dalle
indagini sull'infiltrazione mafiosa a Furnari. Inizia a delinearsi la
strategia volta a smontare le accuse mosse dalla Dda di Messina.
Sono riprese ieri davanti al Tribunale
di Barcellona Pozzo di Gotto le udienze del processo originato
dall'operazione del Ros dei carabinieri “Torrente” che entra così
nel suo settimo anno (la prima udienza risale al 12 gennaio 2012,
ndr).
Esauriti i testi della Procura
antimafia di Messina, rappresentata in aula dal dottor Angelo
Cavallo, con l'udienza di ieri è iniziato l'esame dei testi a
difesa.
L'esame di questa prima tranche di
testi a difesa (concordati con il tribunale tre per parte, ndr), ha
riguardato un ex dipendente dell'ufficio tecnico del Comune di
Furnari, in servizio nel 2008, un funzionario del Dipartimento
regionale di Protezione civile e alcuni imprenditori del ramo
edilizio-movimento terra che presero parte ai lavori di messa in
sicurezza del territorio iniziati dopo l'alluvione che l’11
dicembre 2008, aveva interessato, con gravissimi danni, i comuni di
Mazzara Sant’Andrea, Furnari e Falcone.
Abbastanza spedito lo svolgersi del
dibattimento, considerato che, con il consenso di tutte le parti,
sono stati acquisiti agli atti del processo i verbali delle
testimonianze rese durante le attività di indagini difensive svolte
da alcuni componenti il collegio di difesa: avvocati Carrabba e La
Manna per il dottor Salvatore Lopes, l'avvocato Bertolone per Roberto
Munafò, l'avvocato Giuseppe Calabrò per Sebastiano Geraci.
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Alluvione 11 dicembre 2008 a Furnari |
Acquisizione integrata con alcune
domande di chiarimento, rivolte dagli avvocati difensori e di parte
civile agli imprenditori, circa la straordinarietà degli eventi
occorsi in quel dicembre del 2008, sulle circostanze e modalità di
intervento delle loro imprese e quelle di altri imprenditori che
operarono in quei frangenti, sulle loro capacità tecniche e sulla
loro dotazione di mezzi idonei agli interventi da realizzare.
Da quanto emerso ieri in udienza, si
sta quindi delineando un primo aspetto della strategia difensiva
volta a confutare quanto sostenuto dall'accusa, ovvero che l'allora
sindaco del Comune di Furnari, Salvatore Lopes, eletto con i voti del
clan, si sarebbe sdebitato agevolando l’organizzazione mafiosa
scegliendo “direttamente le ditte che dovevano effettuare i lavori
di ripristino della viabilità e delle condizioni di sicurezza”,
con “gran parte dei lavori eseguiti da ditte che presentavano
elementi di collegamento con soggetti coinvolti nell'operazione
antimafia “Vivaio” o comunque con precedenti anche per
associazione mafiosa e che l'assegnazione degli incarichi in alcuni
casi sia avvenuta senza tener conto della iscrizione alla Camera di
commercio e del tipo di attività richiesta”.
Circostanze che erano già state
evidenziate dalla Commissione prefettizia di accesso agli atti che
poi portò allo scioglimento degli organi amministrativi del Comune
di Furnari nel 2009.
Esaurito l'esame dei testi, il
presidente del collegio, dottor Fabio Processo, ha rinviato
all'udienza del 10 aprile prossimo per il proseguimento dell'esame
dei residui testi a difesa.
Articolo pubblicato su MessinaOra.it
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