Ve le ricordate quelle due sentenze del Tar di Catania che annullavano le autorizzazioni della discarica di Tirrenoambiente?
Due sentenze che erano già esecutive e che immediatamente avrebbero dovuto portare alla chiusura della "collina" almeno fino all'esito dell'inevitabile ricorso dei "signori" della munnizza.
E invece è rimasta aperta, grazie anche alla mancata notifica dei due provvedimenti. Tutti, Tirrenoambiente, la Regione, ecc. ecc., hanno fatto u sceccu n'to linzolu e da allora, nel silenzio di tutti, 700 tonnellate al giorno hanno tranquillamente continuato a varcare i cancelli e ad ammassarsi insieme a quelle che in questi dieci e passa anni stanno là a marcire con tutte le conseguenze che conosciamo e che molti fanno finta di non vedere e soprattutto sentire.
Adesso il Cga di Palermo ha deciso di accogliere la sospensiva presentata dai legali di Tirrenoambiente. Ha fatto breccia nei giudici palermitani (magari li avrà convinti lo stato attuale delle strade del capoluogo isolano) la tesi che deve prevalere (cito Leonardo Orlando sulla Gazzetta di oggi) «l'interesse generale su eventuali "vizi" formali in quanto la discarica ha una funzione di pubblico servizio nelle emergenze igienico sanitarie di ben 78 comuni siciliani.»
In attesa della decisione di merito, contrada Zuppà rimane aperta e legittimata. Cosa accadrà dopo? Prevarrà di nuovo la tesi dell'interesse generale? L'aver ignorato, nell'iter che portò nel 2009 alla concessioni delle due Aia, gli abitanti di Furnari è stato soltanto un "vizio formale"?
Il "decoro" di 78 comuni siciliani conterà di più della salute e della qualità di vita di poche migliaia di persone?
Oggi quello che è certo è che la gente di Furnari è stata di nuovo "fottuta" dall'emergenza. Quella stessa "fottuta" emergenza che portò nel 1999 alla nascita dell'immondezzaio di Mazzarrà e che, nel corso di questi anni è stata l'alibi che ne ha consentito il prosperare. In silenzio. Sotto gli occhi di tutti.
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