La Regione siciliana stanzia altri
510.000 euro presi dal Fondo di riserva per le spese impreviste per
smaltire il percolato dell'invaso di Tirrenoambiente e la
sostituzione del capping provvisorio del modulo 2
Sarà nuovamente la Regione siciliana a
farsi carico delle spese necessarie per lo smaltimento del percolato
prodotto dalla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea.
A quasi un anno esatto dallo
sversamento del percolato nel vicino torrente Mazzarrà, il 5 aprile
2017, causato dallo spegnimento delle pompe di sollevamento per
“mancanza di fondi”, la Giunta regionale ha dovuto mettere mano
al portafogli e stanziare le somme necessarie per garantire lo
smaltimento del velenoso sottoprodotto della montagna di rifiuti che
domina la valle del torrente Mazzarrà.
In precedenza la Regione era
intervenuta nell'aprile del 2017, all'indomani della tracimazione,
con 300.000 euro; poi nell'agosto dello stesso anno con altri 200.000
euro e, da ultimo, lo scorso dicembre con ulteriori 200.000 euro.
Questi interventi della Regione,
dettati dalla necessità di “salvaguardare la salute pubblica e
l'ambiente”, sono, com'è noto, sostituitivi di quelli che
dovrebbero compiere la Tirrenoambiente, società gestore, oggi in
liquidazione, e il Comune di Mazzarrà Sant'Andrea, suo azionista di
maggioranza.
In una recente inchiesta di Report
l'attuale liquidatore, Sonia Alfano, parlando proprio di
smaltimento del percolato e di mancanza di risorse finanziare per
farvi fronte ha dichiarato “Oggi non siamo nelle condizioni di
poter andare dai soci privati e dire: è uno scempio che si sta
finendo di compiere, mettete mano al portafoglio… Non lo possiamo
fare, perché il bando di gara, che prevede quindi anche gli obblighi
dei soci privati nei confronti della Tirrenoambiente, è scomparso.”
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Innocenti |
La società, partecipata da importanti
soci privati del calibro di Gesenu e A2A, da anni asserisce dice di
non avere le risorse finanziare – nonostante per anni abbia
accumulato ingenti risorse che non si sa bene dove siano finite,
anche se ci sono diverse indagini e processi che vedono alla sbarra
gli ex amministratori, i piemontesi Pino Innocenti e Giuseppe
Antonioli, accusati, tra l'altro, di reati gravi come la corruzione e
l'abuso d'ufficio – il comune mazzarrese è dal canto suo in
dissesto finanziario.
“Sono stati arrestati proprio – ha
dichiarato la Alfano all'inviata di Report - per la gestione
criminale della Tirrenoambiente. Stipendi pagati in contanti,
promozioni fatte così, telefonicamente, si alzava il telefono… Era
un bancomat questa società, un bancomat illimitato h24 per 365
giorni all’anno. Lei pensi che ad oggi la finanza ci ha detto che
non sono riusciti a trovare i soldi eh, la finanza, ad oggi, continua
a non trovare i soldi.”
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Antonioli |
Quindi esauriti i fondi stanziati a
dicembre, a Palermo hanno dovuto stanziare altri 200.000 euro per
garantire lo smaltimento del percolato per un periodo di circa due
mesi.
A queste somme si aggiungono altri
310.000 euro per consentire l'intervento di sostituzione parziale di
capping (copertura del sito inquinato, ndr) provvisorio al fine di
“mitigare la produzione di percolato e per adottare le misure di
messa in sicurezza del sito” si legge nella delibera di giunta.
Tutto ciò mentre rimane ancora un
miraggio la chiusura e messa in sicurezza del sito, sotto sequestro
giudiziario e chiuso dal novembre del 2014 dopo che lo stesso era
stato “bocciato” dal Dipartimento regionale acque e rifiuti che,
a seguito di un'ispezione sulle autorizzazioni, aveva disposto la
revoca delle stesse e ordinato a Tirrenoambiente di presentare un
progetto di chiusura e messa in sicurezza del sito volto a garantire
che esso possa essere chiuso «nel rispetto della normativa
ambientale e di sicurezza vigente».
Per metter in sicurezza l’area e
bonificare servirebbero 116 milioni di euro che sono stati chiesti al
ministero dell'Ambiente che però ha passato la palla al presidente
della Giunta regionale Musumeci, recentemente nominato Commissario
per la Regione Siciliana sulla questione rifiuti e che quindi sarà
lui ad intervenire anche sulla problematica legata alla discarica di
Mazzarrà Sant’Andrea.
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