Con l'operazione Torrente i Carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal Gip di Messina Massimiliano Micali, su richiesta dei sostituti procuratori Verzera e Cavallo, della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Messina e sotto il coordinamento del Procuratore di Messina Lo Forte, nei confronti di 8 persone accusate, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di valori e violazione della normativa sulla elezione degli organi delle amministrazioni comunali, aggravati dalle finalità mafiose. I provvedimenti in argomento scaturiscono dagli esiti di un’articolata indagine che, avviata nel 2008 nel quadro di un’ampia attività di contrasto condotta nei confronti di Cosa nostra messinese e sfociata nell’operazione Vivaio (scattata il 10 aprile 2008), già negli anni precedenti aveva permesso di infliggere duri colpi alle famiglie mafiose di Mistretta e Barcellona Pozzo di Gotto, nonchè ai sodalizi malavitosi dei Batanesi e dei Mazzarroti, attivi rispettivamente a Tortorici e Mazzarrà Sant’Andrea.
Risultano inoltre indagati a piede libero Giulio Lopes, fratello dell’ex-sindaco e Vincenza Bisognano, sorella del presunto boss Carmelo, per i quali il Gip ha rigettato la richiesta di arresto avanzati dai pm Verzera e Cavallo, per insufficienti indizi di colpevolezza. Le indagini hanno permesso di documentare le più recenti dinamiche criminali del clan dei Mazzarroti. Sono stati così accertati gli interessi e le infiltrazioni del sodalizio mafioso negli appalti pubblici e privati più rilevanti della provincia di Messina e, in particolare, quelli affidati o da affidare a seguito dell’alluvione che, l’11 dicembre 2008, aveva interessato, con gravissimi danni, i comuni di Mazzarrà Sant’Andrea, Furnari e Falcone. Il pervasivo condizionamento del tessuto economico locale da parte della compagine mafiosa è stato favorito anche dallo stretto rapporto collusivo con esponenti delle amministrazioni locali [quella del disciolto comune di Furnari, oggi commissariato, ndr]. In particolare è stato ricostruito il diretto coinvolgimento degli indagati Calabrese, Arcidiacono e Geraci nella campagna elettorale a favore del Lopes, candidato ed eletto sindaco al Comune di Furnari alle elezioni amministrative del maggio 2007. Tra l’altro, una volta divenuto primo cittadino, il dott. Lopes aveva fatto rilasciare alcune autorizzazioni al commercio in favore di congiunti di alcuni degli indagati, emanando altresì quelle ordinanze di somma urgenza con cui, a seguito della citata alluvione, furono affidati i lavori a soggetti organici o contigui al sodalizio mafioso. Nell’ordinanza di custodia cautelare, in particolare, destano scalpore alcuni passaggi. Per esempio un incontro diretto tra il Lopes e Bisognano, in quel periodo libero e con il solo obbligo della sorveglianza speciale. Il 13 febbraio 2009 l’ex primo cittadino diceva al presunto capo dei mazzarroti che sarebbe stato complicato avviare nuovi lavori, dopo l’alluvione di due mesi prima, attraverso le ordinanze di somma urgenza. Bisognano se ne lamentava e il Lopes cercò di rassicurarlo. Ancora più inquietante appare lo spaccato di quanto avvenne durante la campagna elettorale delle amministrative della primavera 2007 a Furnari. In particolare, come scrive il Gip, l’ultima settimana fu di fuoco con l’avvocato Foti, avversario del dott. Lopes, che sembrava in netto vantaggio nei consensi della gente. Senonché, a bordo di due jeep, iniziarono a girare per il centro e le contrade di Furnari il Calabrese, Arcidiacono e Geraci, convincendo gli elettori a indirizzare la loro preferenza per il candidato Lopes. Al termine della campagna elettorale tra i due contendenti si profilava un testa a testa. A quel punto Calabrese contattò Natalino Puliafico, dipendente comunale titolare di un discreto pacchetto di voti, destinati in un primo momento a Foti. Ma la mattina del 13 maggio 2007, a seggi aperti, il Puliafico si sarebbe incontrato in un bar con il Calabrese e, successivamente, il dipendente comunale riversò quei voti sul candidato Lopes.
Risultano inoltre indagati a piede libero Giulio Lopes, fratello dell’ex-sindaco e Vincenza Bisognano, sorella del presunto boss Carmelo, per i quali il Gip ha rigettato la richiesta di arresto avanzati dai pm Verzera e Cavallo, per insufficienti indizi di colpevolezza. Le indagini hanno permesso di documentare le più recenti dinamiche criminali del clan dei Mazzarroti. Sono stati così accertati gli interessi e le infiltrazioni del sodalizio mafioso negli appalti pubblici e privati più rilevanti della provincia di Messina e, in particolare, quelli affidati o da affidare a seguito dell’alluvione che, l’11 dicembre 2008, aveva interessato, con gravissimi danni, i comuni di Mazzarrà Sant’Andrea, Furnari e Falcone. Il pervasivo condizionamento del tessuto economico locale da parte della compagine mafiosa è stato favorito anche dallo stretto rapporto collusivo con esponenti delle amministrazioni locali [quella del disciolto comune di Furnari, oggi commissariato, ndr]. In particolare è stato ricostruito il diretto coinvolgimento degli indagati Calabrese, Arcidiacono e Geraci nella campagna elettorale a favore del Lopes, candidato ed eletto sindaco al Comune di Furnari alle elezioni amministrative del maggio 2007. Tra l’altro, una volta divenuto primo cittadino, il dott. Lopes aveva fatto rilasciare alcune autorizzazioni al commercio in favore di congiunti di alcuni degli indagati, emanando altresì quelle ordinanze di somma urgenza con cui, a seguito della citata alluvione, furono affidati i lavori a soggetti organici o contigui al sodalizio mafioso. Nell’ordinanza di custodia cautelare, in particolare, destano scalpore alcuni passaggi. Per esempio un incontro diretto tra il Lopes e Bisognano, in quel periodo libero e con il solo obbligo della sorveglianza speciale. Il 13 febbraio 2009 l’ex primo cittadino diceva al presunto capo dei mazzarroti che sarebbe stato complicato avviare nuovi lavori, dopo l’alluvione di due mesi prima, attraverso le ordinanze di somma urgenza. Bisognano se ne lamentava e il Lopes cercò di rassicurarlo. Ancora più inquietante appare lo spaccato di quanto avvenne durante la campagna elettorale delle amministrative della primavera 2007 a Furnari. In particolare, come scrive il Gip, l’ultima settimana fu di fuoco con l’avvocato Foti, avversario del dott. Lopes, che sembrava in netto vantaggio nei consensi della gente. Senonché, a bordo di due jeep, iniziarono a girare per il centro e le contrade di Furnari il Calabrese, Arcidiacono e Geraci, convincendo gli elettori a indirizzare la loro preferenza per il candidato Lopes. Al termine della campagna elettorale tra i due contendenti si profilava un testa a testa. A quel punto Calabrese contattò Natalino Puliafico, dipendente comunale titolare di un discreto pacchetto di voti, destinati in un primo momento a Foti. Ma la mattina del 13 maggio 2007, a seggi aperti, il Puliafico si sarebbe incontrato in un bar con il Calabrese e, successivamente, il dipendente comunale riversò quei voti sul candidato Lopes.
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