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lunedì 2 giugno 2025

Revamping impianti di Zuppà, l'Arpa chiede la revisione del Piano di monitoraggio

L'impianto di trasformazione del biogas
Sollevate dall'agenzia alcune osservazioni e richieste di chiarimento in merito al progetto “stralcio” presentato dalla Srr Messina-Provincia

Dovrà essere revisionato il Piano di monitoraggio e controllo dell’impianto di trattamento del percolato prodotto dall’ex discarica di contrada Zuppà. A chiederlo è l’Arpa che, chiamata a rilasciare il proprio parere sul revamping degli impianti funzionali alla messa in sicurezza del sito, ha sollevato alcune osservazioni e richieste di chiarimento in merito al progetto “stralcio” presentato dalla Srr Messina-Provincia.
In particolare l’agenzia si è focalizzata sugli scarichi idrici, sulla redazione di un Piano per la gestione degli odori in linea con le migliori tecniche disponibili per la prevenzione e riduzione dell'inquinamento (Bat).
Mentre in relazione alla combustione in torcia del biogas estratto dalla discarica (lo stralcio al momento non prevede la rifunzionalizzazione dei motori endotermici presenti per la valorizzazione energetica qualora fattibile), Arpa è del parere che la richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale sia volta anche all’ottenimento dell’operazione D10 per la termodistruzione del rifiuto “biogas”.
A richiedere che venga prestata la massima attenzione ai piani di monitoraggio che dovranno essere proporzionati «alla natura, all'ubicazione, alle dimensioni del progetto ed alla significatività dei suoi effetti sull'ambiente», era stato nelle scorse settimane anche il sindaco Felice Germanò che, sottolineando «la vicinanza (200 metri) al sito della risorsa idrica vincolata del pozzo Lacco che alimenta l’acquedotto comunale, del centro urbano con scuole e asili (650 metri), di aree coltivate e il rischio concreto che la discarica frani nel corso dell’intervento di messa in sicurezza», aveva inoltre sollecitato anche «la realizzazione di un bacino e/o di altra opera di contenimento, atti a prevenire ed evitare impatti ambientali negativi sulla falda e sul limitrofo torrente Mazzarrà».

mercoledì 14 maggio 2025

Revamping impianto di percolato, Furnari chiede controlli stringenti

 

L'impianto per il percolato
Oggi a Palermo conferenza dei servizi finale per lo stralcio del polo rifiuti di Mazzarrà

 

Il rilascio del Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale) per il solo revamping degli impianti per il trattamento del percolato e del biogas prodotti dalla discarica di contrada Zuppà (dismessa nel 2014 per revoca delle autorizzazioni regionali), «prescriva, tra le misure previste per evitare, prevenire, ridurre e, se possibile, compensare gli impatti ambientali significativi e negativi, la realizzazione di un bacino e/o di altra opera di contenimento, atti a prevenire ed evitare impatti ambientali negativi sulla falda e sul limitrofo torrente Mazzarrà».

A chiederlo, invocando i principi di precauzione e di proporzionalità, è il sindaco Felice Germanò che ieri ha inviato una nota dettagliata al Dipartimento dell’ambiente per la conferenza dei servizi decisoria di questa mattina.

Iniziativa che era già stata anticipata nel corso dell’ultima seduta di consiglio comunale dove Germanò e il legale del Comune avevano relazionato sull’attività svolta a tutela delle ragioni dei furnaresi in merito al controverso progetto di un megapolo rifiuti che la Srr Messina-Provincia intende realizzare proprio nell’area dell’ex sito di smaltimento, le cui criticità ambientali sono note da anni a tutte le istituzioni e su cui ha focalizzato l’attenzione anche la magistratura messinese.

Sottolineando «la vicinanza (200 metri) al sito della risorsa idrica vincolata del pozzo Lacco che alimenta l’acquedotto comunale, del centro urbano con scuole e asili (650 metri), di aree coltivate e il rischio concreto che la discarica frani nel corso dell’intervento di messa in sicurezza», il sindaco chiede inoltre che si tenga conto «dei reali valori del livello di falda» e che venga prestata la massima attenzione ai piani di monitoraggio che dovranno essere proporzionati «alla natura, all'ubicazione, alle dimensioni del progetto ed alla significatività dei suoi effetti sull'ambiente».

giovedì 1 maggio 2025

Disastro ambientale in contrada Zuppà, a processo 16 imputati

 


L’indagine della Dda di Messina sui reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale

Dopo l'udienza preliminare conclusasi solo nella tarda serata di ieri,  il gup del Tribunale di Messina, Salvatore Pugliese, ha deciso di rinviare a giudizio 16 dei venti indagati per il disastro ambientale della discarica di contrada Zuppà a Mazzarrà Sant’Andrea.
Vanno a processo, che riprenderà il prossimo 9 luglio, tra ex amministratori della società Tirrenoambiente (oggi fallita, che l’ha gestita fino al novembre del 2014, anno in cui venne chiusa per revoca delle autorizzazioni integrate ambientali concesse nel 2009, e da allora in attesa di essere bonificata), sindaci del Comune di Mazzarrà e funzionari della Regione siciliana: Giuseppe Antonioli, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina (attuale capo della Protezione civile regionale), Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà. Prosciolti invece tutti i commissari liquidatori (Sonia Alfano, Pierluigi Biffo e Francesco Cucinotta). Esce da processo anche la fallita Tirrenoambiente (l'illecito amministrativo contestato è prescritto) in persona del curatore fallimentare, l'avvocato Angelo Vitarelli.

L’inchiesta, avviata dall’allora sostituta della Dda peloritana Rosanna Casabona, ha puntato i riflettori sulle vicende dell’ex discarica a partire dalla sua realizzazione fino all’ultimo sopralluogo del consulente tecnico del 6 luglio 2023. Vengono contestati i reati di gestione illecita di rifiuti, avvelenamento di acque, inquinamento ambientale e disastro ambientale. 

Nelle precedenti udienze il gup aveva già ammesso quali parti civili i ministeri dell’Ambiente e della Salute, i Comuni di Mazzarrà Sant’Andrea e Furnari, il Wwf, Legambiente, il Codacons, e parecchi cittadini che abitano nelle vicinanze del sito di contrada Zuppà.